Torino Ribelle 4 – FESTIVAL DE CINÉMA INDÉPENDANT – 28-29 settembre 2012

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Solidarité avec la lutte italienne : arrestations et emprisonnements en vertu des idées différentes ; plusieurs squats mythiques expulsés dans les derniers mois : mais on les arrête pas !!!

Le festival Torino Ribelle est un concours international d’arts visuels ouvert à tous : il s’agit d’un ensemble inédit de cinéma, vidéo, action et occupation.

Pour des raisons purement organisatrices nous avons fixé certaines limites nécessaires pour rendre concrètement possible la manifestation :

- Chaque concurrent peut envoyer jusqu’à 5 œuvres.
- Les œuvres doivent être entièrement auto-produites, donc ne sont pas admises les œuvres sous copyright ou réalisées avec financement ou sponsor.
- Pour chaque oeuvre présentée est nécessaire une copie en format minidv (s’il est possible, envoyez aussi un DVD). Sur la copie doivent être indiqués le titre, le format original, la durée et l’année de réalisation ; plus le nom et le contact de l’auteur-e.
- Il est possible d’envoyer les photos des tournages.
- L’idée générale est que les œuvres présentées ne dépassent pas 15 min.
- Il faut envoyer les œuvres, conjointement aux fiches de présentation, à Radio Blackout, via Cecchi 21/A (TO) ou à l’Asilo Occupato, via Allessandria 12 (TO) . Elles peuvent aussi être consignées chez Radio Blackout et à Asilo Occupato, mais aussi au Mezcal Squat, Parco della Certosa Reale, Collegno (TO) et enfin au Barocchio Squat, str. Des Barocchio 27, Grugliasco (TO).
- Sont autorisées les œuvres de n’importe quel genre (documentaire, fiction, cartoon, vidéo art, vidéo clip) et n’importe quel support (pellicule ou vidéo), si elles arrivent en format minidv .
- Pour accéder au concours, il est seulement nécessaire de répondre au thème du festival : la rébellion à l’intérieur de notre existence. Cela dit, ce thème pourra être retourné dans toutes les nuances possibles et selon les goûts personnels de ses réalisateurs/trices.

Toutes les vidéos reçues au cours de cette troisième édition de Torino Ribelle ne seront pas restituées et feront partie d’une compilation qui pourra être copiée, dupliquée et projetée partout, bien naturellement sans but lucratif et dans le respect de l’auteur-e de l’œuvre.

La projection des œuvres aura lieu dans des endroits non conventionnellement réservés au cinéma, dans la tentative de donner vie à un parcours symbolique à travers les espaces métropolitains qui ont fait l’histoire du mouvement antagoniste de notre ville.

La réappropriation physique et symbolique de ces lieux constituera d’ailleurs la vraie raison d’être du festival.

Pour informations ultérieures autour du concours et des dates du festival, vous pouvez consulter le blog torinoribelle.noblogs.org

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  • Le 12 septembre 2012 à 11:18, par Libertad

    Solidarité Internationale a Marina Gugnaschi,compagne anarchiste condamner a 11ans et 9 mois, victime de la répression du G8 a Genes en 1981.

    N’ésiter pas a lui temoigner votre solidarité en lui envoyant cartes postales et lettres a :

    Marina Cugnaschi
    c/o Casa Di Reclusione Di Milano - Bollate
    Via Cristina Belgioioso N° 120 - cap 20157 Milano (MI)
    Italie

    Ci joint déclaration(en italien) de Marina lors de son procé au tribunal

    Prigionieri G8 2001 - Marina Cugnaschi trasferita nel carcere di Bollate
    riceviamo e diffondiamo :

    Sosteniamo Marina Cugnaschi, Compagna colpita dalla repressione, condannata a 11 anni & 9 mesi per gli scontri del G8 di Genova 2001

    La Compagna Marina Cugnaschi ha bisogno del Nostro Sostegno, del Nostro affetto.

    La Vita carceraria, come quella di fuori è molto cara
    Se frequenti un gruppo politico, se hai una band musicale, se vivi o solamente frequenti un Centro Sociale o una casa occupata, organizzati con i tuoi Compagni e Compagne per creare un evento benefit a sostegno di Marina.

    Per inviarle lettere e cartoline :

    Marina Cugnaschi
    c/o Casa Di Reclusione Di Milano - Bollate
    Via Cristina Belgioioso N° 120 - cap 20157 Milano (MI)

    per sostegno spese carcerarie e detenzione di Marina Cugnaschi
    intestato a :
    Valli Massimiliano
    CODICE IBAN - IT04U0100501660000000000594


    Dichiarazione in aula della compagna Marina prima che la corte genovese la condannasse ad 11 anni per i fatti del luglio 2001 durante le contestazioni del G8 :

    Premetto che in quanto anarchica non riconosco come mio interlocutore l’apparato giudiziario, organo dello stato la cui unica funzione consiste nell’essenziale protezione delle classi sociali privilegiate e nella difesa della proprietà privata.
    Quindi, con la seguente dichiarazione, principalmente indirizzata all’esterno di questo edificio, colgo l’occasione per rivolgermi a tutti coloro che possiedono i requisiti per poter comprendere le mie parole.
    Desidero rivolgermi alle classi subalterne, a coloro che subiscono la condizione alienante di sfruttati e oppressi dall’avanzato e moderno sistema capitalista, sempre più spietato ed escludente.
    Premetto altresì che nulla ho da chiarire circa la mia condotta, le mie convinzioni e le mie scelte politiche, tanto meno intendo chiedere clemenza ai signori della corte.
    La natura squisitamente politica di questo procedimento penale impone una netta presa di posizione, alla luce soprattutto degli innumerevoli tentativi da parte della magistratura e della stampa di screditare e spoliticizzare davanti all’opinione pubblica gli imputati di questo processo.
    Soggetti che loro malgrado sono incappati negli ingranaggi della giustizia borghese e fatti figurare in certi casi come un branco di violenti teppisti, in altri come un’orda di barbari scesi nelle strade di Genova con il preciso intento di devastarla e saccheggiarla.
    No signori, intanto l’accusa di devastazione e saccheggio la rinvio direttamente al mittente poiché offensiva e poiché non fa parte del mio bagaglio storico politico.
    La classe sociale a cui appartengo è colma fino all’orlo di ingiustizie, soprusi e umiliazioni inflitte dai padroni.
    Ed è proprio nel santuario della democratica inquisizione dove viene sistematicamente perpetuata l’ingiustizia sociale, in cui tengo a precisare e ribadire la mia ferma opposizione ad ogni forma di dominio, all’ineguaglianza sociale, allo sfruttamento.
    E seppur cosciente che come nemica della vostra classe mi si infliggerà una pena severa poiché portatrice di principi malsani assolutamente in contrasto con l’ordine costituito, vi comunico che personalmente come lavoratrice salariata ho avuto modo di conoscere i veri devastatori e saccheggiatori.
    Risiedono nei palazzi di lusso o del potere, sono i padroni, i capi di stato, insomma tutta la classe dirigente di questo sistema infame.
    Un’esigua percentuale di individui su questa terra che in nome del profitto, del prestigio e del potere assoluto depredano e saccheggiano l’intero pianeta.
    Costringono alla fame ed alla povertà milioni di persone, sia nel sud del mondo che nell’Occidente, sfruttano gli operai sul posto di lavoro fino a renderli schiavi, di conseguenza sono i diretti responsabili delle morti bianche, un vero e proprio stillicidio.
    Seppelliscono nelle patrie galere tutti coloro i quali sono costretti a vivere ai margini di questa società opulenta.
    Combattono guerre siano esse umanitarie o di conquista poco importa, sterminando intere popolazioni, devastando interi paesi e saccheggiando le loro risorse. E l’elenco potrebbe continuare all’infinito.
    Contro tutto ciò è necessario lottare, è necessario porre una strenua opposizione alla dittatura capitalista.
    Per quanto mi riguarda è stato questo il senso delle mobilitazioni di lotta antimperialista e anticapitalista a Genova nel 2001, non tanto perché lo ritenei un evento politico unico nella vita degli sfruttati determinato dalla presenza dei padroni della terra, dai quali elemosinare qualche briciola caduta dai loro sontuosi banchetti ; lo feci in continuità con un percorso politico già intrapreso, animato dalla forte esigenza di trasformare radicalmente un modello sociale fondato sulla sopraffazione. Lo stesso motivo che mi spinge tuttora a partecipare a momenti di lotta costruiti dal basso, situazioni meno spettacolari e che meno interessano alle telecamere del potere mediatico, ma sicuramente autentici.
    A Genova nel 2001 con molta determinazione è stato riaffermato un principio fondamentale, attraverso la riappropriazione di uno spazio urbano negato e reso inaccessibile dall’imponente presenza militare per impedire ogni forma di disapprovazione ai rappresentanti del dominio.
    Nessuna sentenza potra’ riscrivere la storia di quei giorni. Carlo continuera’ a vivere tutti i giorni nelle nostre lotte.

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